La Cassazione ha spiegato che il solo certificato di morte non è sufficiente per dimostrare di essere eredi di una persona: l’atto accerta il solo avvenuto decesso della persona, ma nulla dice circa quali e quanti eredi il defunto abbia lasciato.

Come provare di essere eredi?

Nella stessa sentenza i giudici sembrano indicare una soluzione: il certificato di morte unito ad uno stato di famiglia (in caso di successione legittima) o a un testamento (nel caso di successione testamentaria) potrebbero essere sufficienti a provare la qualità di erede.

Vi è poi un ulteriore aspetto non considerato dalla Cassazione: e la dichiarazione di successione, la quale è obbligatoria entro un anno dall’apertura della successione stessa, è sufficiente a provare di essere eredi?

Un’altra pronuncia della Cassazione ha, al contrario, stabilito che la qualità di erede non si dimostra attraverso la sola esibizione della denuncia di successione; questa, però, può comunque avere un valore indiziario (Cass., civ., 16.01.2017, n. 868).

L’autocertificazione per dimostrare lo status del soggetto è efficace solo nei confronti della Pubblica Amministrazione; nei confronti dei soggetti privati, come può essere una banca, l’autocertificazione ha valore solo se accettata dal soggetto stesso. 

Riassumendo, la qualità di erede in un processo civile può essere provata con: l’accettazione dell’eredità; il certificato di morte unito allo stato di famiglia o, se presente, al testamento; la dichiarazione di successione, solo nei confronti della PA.

Cassazione civile, ordinanza 4 dicembre 2019, n. 31695.