Al fine di distinguere quali opere edilizie necessitino del permesso di costruire e quali, invece, siano realizzabili liberamente, la giurisprudenza utilizza quale criterio distintivo l’oggettiva destinazione dell’opera al soddisfacimento di bisogni non provvisori e la conseguente attitudine della stessa ad una utilizzazione non temporanea. La precarietà di un’opera, inoltre, non dipende né dalla tipologia di materiali utilizzati per la sua realizzazione, nè dalla facilità con cui può essere trasportata, con la conseguenza che anche per i manufatti leggeri e strutture simili, utilizzati come magazzini o depositi, è necessario richiedere il permesso di costruire, tranne nel caso in cui gli stessi siano diretti a soddisfare un’esigenza meramente temporanea.

Così ha stabilito la Cassazione in seguito all’impugnazione proposta dal proprietario di una baita contro la sentenza che lo aveva condannato al pagamento di un’ingente ammenda, per aver realizzato abusivamente, in assenza di autorizzazione urbanistica, una tettoia in legno e lamiera sorretta da alcuni pali infissi nel terreno e situata, oltretutto, in una zona sciistica e di pascolo rientrante, secondo il vigente PRG, tra le aree soggette a vincolo paesaggistico e ambientale. Secondo il ricorrente la struttura così costruita doveva considerarsi precaria e di natura accessoria, in quanto facente parte di un preesistente edificio ed inoltre, essendo di piccole dimensioni, non era necessario richiedere il permesso di costruzione. Il ricorso venne dichiarato inammissibile, in quanto la struttura non poteva considerarsi precaria in ragione della natura della stessa e della durevolezza della sua utilizzazione, con la conseguenza che la costruzione della stessa senza il permesso di costruzione o titolo equipollente doveva ritenersi abusiva.

Autorità: Cassazione Penale sez. III

Data: 24/03/2014

Numero: 13843