Con una nota del 14 novembre, il Garante privacy ha aperto un’istruttoria nei confronti del Comune di Lecce, che ha annunciato l’avvio di un sistema che prevede l’impiego di tecnologie di riconoscimento facciale.

In base alla normativa europea e nazionale, il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video, è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri.

I Comuni possono utilizzare impianti di videosorveglianza, solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto “patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura”.

Peraltro, la Legge 205/21 ha sospeso fino al 31/12/2023 l’installazione e l’utilizzazione di impianti di video sorveglianza con riconoscimento facciale, attraverso dati biometrici in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte di autorità pubbliche o soggetti privati, a meno che il trattamento non sia effettuato per indagini della magistratura o prevenzione e repressione dei reati.

Come precisato dal Garante, “La moratoria nasce dall’esigenza di disciplinare requisiti di ammissibilità, condizioni e garanzie relative al riconoscimento facciale, nel rispetto del principio di proporzionalità “.

Il Comune dovrà, quindi, fornire all’Autorità una descrizione dei sistemi adottati, le finalità e le basi giuridiche dei trattamenti, un elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione d’impatto sul trattamento dati, che il titolare è sempre tenuto ad effettuare nel caso di sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico.

L’Autorità ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare – anche indirettamente – un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori.

Sempre in materia di videosorveglianza, il Garante ha avviato un’istruttoria anche nei confronti del Comune di Arezzo, dove, secondo notizie di stampa, a partire dal 1° dicembre 2022 è prevista la sperimentazione di “super-occhiali infrarossi” in grado di rivelare le infrazioni dal numero di targa e, collegandosi ad alcune banche dati nazionali, di verificare la validità dei documenti del guidatore.

Come spiegava il Comune sul proprio sito web, “Si tratta del dispositivo laBGlasses, sistema costituito da un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti. Sono occhiali “speciali” che grazie al software URBANO 2.0, integrato nel device abbinato al sistema, consentono l’accesso alle principali banche dati e l’acquisizione in tempo reale delle informazioni richieste che saranno impresse direttamente sul visore oculare. Grazie ai laBGlasses sarà inoltre possibile effettuare foto e/o segnalazioni georeferenziate, per immortalare, ad esempio, immagini di sinistri stradali. Un progetto pilota di sperimentazione innovativo ed avanzato in grado di “rivoluzionare” l’operatività degli organi di Polizia nell’ordinaria attività di controllo del territorio, velocizzandone le procedure e consentendo così un miglior impiego degli agenti nelle attività di prossimità”.

Tuttavia, anche il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, nonché la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda.