Superbonus 100% e abusività edilizia: quali rischi per il beneficiario non in regola?

Come noto, il Superbonus 100% e le altre agevolazioni per ristrutturare le abitazioni si sono dimostrate uno strumento fondamentale per rilanciare il settore dell’edilizia, per promuovere il risparmio energetico e la tutela ambientale.

Tuttavia, queste varie forme di detrazione hanno anche dimostrato diversi punti deboli, posto che le cessioni dei bonus edilizi e gli sconti in fattura hanno generato numerose frodi causate dalla diffusione di crediti inesistenti, con conseguente consistente perdita di gettito fiscale.

I controlli sulla regolarità edilizia

Per far fronte a tale situazione il Governo ha risposto con decreto del 15 aprile 2022, istituendo il Comitato di Monitoraggio del Settore Edile e prevedendo un sistema di verifica della congruità della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili pubblici e privati.

Il Comitato, infatti, monitora i lavori edili iniziati dal primo novembre 2021 conducendo una serie di ispezioni ulteriori rispetto a quelle già avviate dall’Agenzia delle Entrate, la quale, invece, può effettuare i propri controlli entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi con la quale si è fruito della detrazione.

Ci si chiede, pertanto, che cosa rischia il beneficiario dell’agevolazione non in regola?

Abusi edilizi e detrazioni fiscali

La risposta è stata fornita dal Consiglio Nazionale del Notariato, che ha analizzato le regole per usufruire delle detrazioni fiscali, concludendo che si può ottenere il Superbonus anche su immobili che presentano piccole irregolarità urbanistiche.

In particolare, il Notariato ha evidenziato che, di regola, in presenza di difformità edilizie più consistenti delle “tolleranze costruttive” (entro il 2% delle misure previste nel titolo abitativo, irregolarità geometriche e modifiche alle finiture di minima entità) non è possibile usufruire dell’agevolazione.

Tuttavia, il Decreto Governance PNRR e Semplificazioni ha previsto una deroga rispetto alle disposizioni del T.U. Edilizia in tema di abusi edilizi, posto che il Superbonus può essere revocato solo in quattro casi tassativi:

  • mancata presentazione della CILAS;
  • interventi realizzati in difformità della CILAS;
  • mancanza degli estremi del titolo edilizio;
  • non corrispondenza al vero delle attestazioni.

In sostanza, non si può ottenere il Superbonus in caso di abuso totale: nel caso in cui le violazioni riscontrate nell’ambito dei controlli da parte dell’Autorità siano rilevanti ai fini dell’erogazione degli incentivi, la decadenza dal beneficio si applica limitatamente al singolo intervento oggetto di irregolarità ed omissione.

Verifiche comunali di regolarità e blocco dei lavori

Ci si chiede, in secondo luogo, cosa succede nel caso in cui il Comune avvii delle verifiche sulla regolarità delle opere a lavori già iniziati e se, in particolare, il beneficiario rischi ugualmente la decadenza dal beneficio.

Il T.A.R. Napoli, fornendo una inequivocabile risposta al quesito con decreto n. 1640 del 2022, ha chiarito che il Comune non può bloccare i lavori in caso di verifiche sulla regolarità delle opere perché concludendo diversamente si rischia che l’interessato perda il Superbonus, non riuscendo altrimenti a rispettare i termini previsti per poter usufruire dell’agevolazione.

La decisione

In altre parole, per il TA.R. Napoli la definizione dei contenziosi non deve creare ritardi tali da compromettere la possibilità di ottenere il Superbonus.

La vicenda esaminata aveva per oggetto un intervento su un edificio unifamiliare con riguardo al quale il Comune aveva bloccato le pratiche relative al permesso a costruire e la S.C.I.A. a causa del mancato rilascio dell’autorizzazione antisismica e della necessità di effettuare alcuni controlli.

Il Giudice, pertanto, ha sospeso gli atti del Comune non essendo possibile attendere la risoluzione della controversia, posto che l’udienza era stata fissata a ridosso del 30 settembre 2022, termine entro il quale occorreva dimostrare di aver realizzato almeno il 30% dei lavori.